Rileggo le parole di Cesare Zavattini:
“…. la solennità del fiume, degli alberi, degli argini, golene, spiagge, chiatte, mulini, tronchi, tetti emergenti dalle piene, albe, tramonti e invisibili uccelli di passo può farli credere tanto assoluti da collocarli fuori dalla storia.
Guardiamoli meglio, ci troveremo anche la vibrazione del relativo, dello storico appunto, e nella fusione di detti estremi, e del passato col presente, gli avi e i figli riconosceranno la medesima speranza: che chi viene dopo realizzi ciò che è stato sognato prima e per il quale si è lottato, patito, gioito e così si continuerà “.