Sandro Bonardi Calzolari
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Al Brennero

10/6/2016

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         Gli aderenti a Pax Christi e  ad altre organizzazioni italiane e straniere  sono convenuti al Brennero per dare vita all'azione « Anche in Europa ponti e non muri» intesa a dire no alla chiusura della frontiera italo-austriaca.
La Chiesa della “Madonna della strada” ed il piazzale antistante  ha accolto l’evento.
E’ stato un incontro in un luogo che nella storia ha visto il migrare dei popoli, barriera nel tempo con chiusure ed aperture.
Oltre le relazioni, testimonianze e riflessioni significativi i numerosi gesti comunitari, a proporre interventi politici che diano risposte concrete al dramma dei profughi che fuggono da fame , miseria e da  guerre  di cui, vendendo armi, ne portiamo la  responsabilità.
Ecco i gesti simbolici:
un piccolo ponte di pietre di un muro distrutto; la Croce con il legno dei barconi di Lampedusa; un salvagente; colombe di filo  di ferro liberate da una rete metallica; un passaporto con parole di Papa Francesco ed Alex Langher distribuito ai presenti.
 
E poi  a Telves di Vipiteno  sulla tomba di Langher il canto Whe shall overcome, la comune riflessione e preghiera ha  ribadito la necessità di  diventare esploratori di frontiere e costruttori di ponti per un nuovo umanesimo solidale a riscatto della dignità umana.
 
L’amico Vincenzo Passerini ha iniziato  la relazione con queste strofe del “Canto degli emigranti”, tedeschi e italiani che nell’800  attraversavano l’Oceano verso la loro terra promessa.
 
“Vestiti di stracci in grandi greggi,
noi, carichi di un incredibile dolore,
ci recammo nella terra grande e lontana.
Alcuni di noi affogarono davvero.
Alcuni di noi morirono davvero di stenti.
Ma per ogni dieci che morirono,
un migliaio sopravvisse e tenne duro.
Meglio affogare nell’oceano che essere
strangolati dalla miseria.
Meglio ingannarsi da sé,
che essere ingannati dai lupi.
Meglio morire a modo nostro che essere
peggio delle bestie”.



         Ho fatto memoria con i presenti dell’amico Gian Maria Testa, che da poco ci ha lasciato.
Ad ogni nostro incontro in varie parte d’Italia si parlava del temi che più lo angosciavano e lo coinvolgevano: la dolorosa  drammatica emigrazione che spesso si concludeva in tragedia. Ne analizzava con competenza le cause e non era disposto ad accettare  giustificazioni al rifiuto, al respingimento.
Il suo  libro-testamento Da questa parte del mare, è uno struggente viaggio sulle migrazioni umane. Così ha cantato
 
Sono arrivati che faceva giorno 

uomini e donne all'altipiano 

col passo lento, silenzioso, accorto 

dei seminatori di grano.



E hanno cercato quello che non c'era

fra la discarica e la ferrovia.

E hanno cercato quello che non c'era,

dietro i binocoli della polizia 

e hanno piegato le mani e gli occhi al vento 

prima di andare via.
 


Fino alla strada e con la notte intorno 

sono arrivati dall'altipiano 

uomini e donne con lo sguardo assorto 

dei seminatori di grano. 


 
E hanno lasciato quello che non c'era 

alla discarica e alla ferrovia. 

E hanno lasciato quello che non c'era 

agli occhi liquidi della polizia 

e hanno disteso le mani contro il vento 

che li portava via.
 

 
 
 
 

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