Sfogliando un libretto rinvenuto nella Chiesa dove riposa trovo questa sua frase:
“Avere carità vuol dire sacrificare le proprie vedute, i propri giudizi, le proprie ragioni; rispondere senza asprezza; sopportare con pazienza le altrui esigenze, le offese e i rimproveri; sapersi accomodare alle debolezze di tutti, ascoltando senza noia o almeno senza dimostrarla, i racconti che non ci interessano;
non irritarsi per un’opinione contraria alla nostra; non sostenerla con calore e ostinazione.
Come il fiore attira l’ape, così la carità dolce, affabile, attira gli umili, i poveri, gli afflitti, tutti quelli che Gesù prediligeva”