Stamane a Bolzano è stato beatificato Josef Mayr-Nusser, morto nel 1945 a Dachau da “obiettore” per aver rifiutato di giurare fedeltà a Hitler e di arruolarsi.
Aveva 34 anni, era sposato e padre di un bimbo, Albert. Persona eccezionale, da cristiano, seppe dire di “no” quando tutti dicevano di “sì”.
Durante l’ occupazione tedesca dell’Alto Adige, nell’Agosto del 1944 a Mayr-Nusser arrivò la cartolina di arruolamento nelle SS. Partì per Konitz, luogo del giuramento.
Ettore Masina descrive così la situazione: “ Nel manicomio di Konitz si celebra la conclusione di un corso di addestramento dove le SS sono state racimolate,per lo più nella madre patria ma anche nei territori occupati, come il Sudtirol/Alto Adige, Tra loro c’é Josef Mayr-Nusser, cattolico italiano di lingua tedesca, nato a Bolzano, trentaquattro anni prima, A casa ha una moglie, Hildegard Straub, molto amata, sposata due anni prima, ed un bambino, Albert di un anno; con loro formava una famiglia serena, ma è arrivata “l’apocalisse nazista.”
Alla moglie scrisse «Il doverti gettare nel dolore terreno con la mia professione di fede nel momento decisivo mi tormenta il cuore, o fedele compagna, ma questo dovere di testimoniare è inevitabile». Ed ancora:“ Tu sei una donna coraggiosa, una donna cristiana, e nemmeno i sacrifici personali che forse ti saranno richiesti ti potranno indurre a condannare tuo marito perché ha preferito perdere la vita piuttosto che abbandonare la via del dovere.”
Al superiore del Centro reclute delle SS disse che non era disposto a fare quel giuramento che prometteva ad Hitler fedeltà e coraggio. Pensò, che contro la propria coscienza, quel giuramento sarebbe stato per odiare, per conquistare insanguinandola la terra, per piegarsi a un culto demoniaco, agli idoli di una religione sterminatrice.
Disse con fermezza:« Io non posso giurare a Hitler, sono cristiano, la mia fede e la mia coscienza non me lo consentono». Ed anche: “ Se nessuno ha il coraggio di alzarsi e dire che questo non è giusto, non si cambierà mai niente”.
Arrestato, condannato a morte dalla corte marziale per disfattismo, nel febbraio 1945, venne messo sui vagoni piombati diretti al lager di Dachau per la fucilazione.
Ma il treno si fermò ad Erlangen perchè la linea fu bombardata. Mayr Nusser stava male, le privazioni lo stavano uccidendo. Dopo ore di cammino entrò in un ospedale ma il medico nazista lo rimandò indietro. Tornò sul treno e nella notte del 24 febbraio morì.
Quando l’hanno trovato aveva con sé un Rosario, un Messalino e il Nuovo Testamento.
L’amico Francesco Comina autore di una sua biografia (L’uomo che disse no a Hitler, Il Margine) sostiene:
« Mayr-Nusser è il primo cattolico obiettore di coscienza al servizio militare del nostro Paese, riscatta i silenzi, le paure e le contraddizioni della Chiesa durante gli anni del nazifascismo», ed aggiunge «La sua testimonianza contro l’idolatria del potere ha un valore civile e politico enorme, anche la Chiesa cattolica ora lo riconosce, speriamo che non venga depotenziata e che Mayr-Nusser non venga reso un innocuo “santino”».
Ed ora una coincidenza personale.
Ho incontrato Albert Mayr Nusser, figlio del nuovo Beato quando entrambi giovani allievi dell’allora prestigioso collegio dei Gesuiti di Brescia Cesare Arici abbiamo fatto le vacanze estive nella loro casa in Liguria a Moneglia.
Ci siamo rincontrati poi nel corso degli anni. Ed io a chiedergli del grande testimone.
Del padre Albert dice: “ Oggi a distanza di settant’anni può dirci ancora qualche cosa la figura di un uomo come mio padre che, da solo, esce dai ranghi e dichiara che non vuole, non può far parte di un corpo armato come le SS votato alla cieca obbedienza al Fuhrer e dunque espressione di punta del disegno hitleriano distruttore di valori umani civili religiosi”.
Ed ancora: “ E’ ancora attuale parlare di un uomo che a rischio della vita, sceglie di denunciare l’illegittimità di un potere basato sulla violenza e su una ideologia aberrante? ”