Il Signor Burlando di rimando. “ I condoni si fanno a Roma”.
Il Signor Erasmo D’angelis, capo della missione “Italia sicura” contro il dissesto idrogeologico in una intervista rilasciata a Repubblica:
“La cosa che più ci ha colpito sono i 2,3 miliardi per mille opere urgenti contro il dissesto e mai spesi. Li abbiamo trovati spulciando gli ultimi 15 anni di bilanci statali e regionali. Una vergogna, come i labirinti della burocrazia, i cantieri-lumaca, i controlli inesistenti”.
“Dopo 22mila frane e alluvioni con 4.200 morti dal 1966, dopo aver pagato 3,5 miliardi di danni ogni anno, dopo oltre un miliardo di danni e 12 morti solo negli ultimi 70 giorni, abbiamo detto niente più lacrime di coccodrillo della politica con piani e impegni mai finanziati e rispettati. Abbiamo detto basta – prosegue – , non intendiamo essere i notai delle tragedie, contando vittime e danni senza mai fare i conti con la prevenzione”.
D’Angelis spiega come l’Italia abbia vissuto “decenni di rimozione del problema, col corredo di condoni, fiumi tombati, ostruiti, deviati e cementificati”. “Abbiamo iniziato a spalare il fango dello Stato“, aggiunge, e adesso, “per la prima volta nella storia recente del nostro Paese – assicura – si fa sul serio”…….
E’ per gli onesti e per i danneggiati una bella notizia che dà anche speranza. Ma non si hanno le garanzie assolute che ora “si faccia sul serio”.
Un indicatore “che si fa sul serio” potrebbe per esempio essere che gli onesti ( e non sempre e solo la magistratura) “spalino” col fango gli amministratori ignoranti, corrotti, conniventi con il degrado, “mazzettati” , “tangentati” e sempre festeggiati (per ottenere poi qualche favore, non si sa mai….)!
Che le vittime danneggiate dei disastri ( almeno loro) svergognino una buona volta i corruttori, gli evasori, gli abusivi.. ed i “ sempre condonati”. E che almeno personalmente prendano le distanze.
E che nel fango ci vada anche l’altrettanto complice “quieto vivere” di ogni tipo.
E’ responsabilità collettiva, ma anche e soprattutto personale: ciascuno di noi rifletta e si assuma la responsabilità anche della più piccola (l’acqua che sta allagando il “bel Paese “ è fatta di gocce ) inadempienza commessa. Per correggere il modo di pensare ed agire ed evitare per il futuro simili dolorose catastrofi.