Sandro,
è giunta, con la primavera, anche la Pasqua, che ci fa sognare, ci fa sperare, ci fa operare per il mondo nuovo inaugurato da Gesù e, con lui, da tutti i testimoni della Verità.
Nella Pasqua si celebra l'uccisione di un profeta (il “profeta di Nazareth”), che i credenti nell'Amore sentono vivo, come sentiamo vivo ogni essere umano che ha dato la propria vita. C'è, a tal proposito, una conversione (un morire alla vita vecchia per risorgere alla vita nuova, per usare la terminologia pasquale delle Scritture cristiane), che dobbiamo compiere se vogliamo che la Vita si affermi sempre più e prevalga sulla Morte, ed è quella di ascoltare i profeti, di seguire le loro parole e il loro esempio.
Dobbiamo smetterla di ucciderli; e magari, poi, di onorarli. Così si esprimeva Carlo Maria Martini alla cerimonia di conferimento del Premio Lazzati a Davide Maria Turoldo il 21.11.1991: “Deve finire il tempo in cui la Chiesa onorava i profeti dopo che erano morti; dobbiamo onorarli da vivi”.
Don Primo Mazzolari, prima di lui, usava parole simili, rimarcando l'inutilità dei riconoscimenti tardivi.
Se le cose stanno così, in questa fase critica della vita della Chiesa e del mondo, credo sia importante domandarci, per “fare Pasqua” veramente, da che parte vogliamo stare. Se, per fare un solo esempio, siamo tra coloro che favoriscono l'azione di papa Francesco oppure tra coloro che la ostacolano o quantomeno nicchiano, facendo finta di niente, continuando la nostra vita come prima.
Dietrich Bonhoeffer diceva: “Se sali sul treno sbagliato non serve a nulla correre lungo il corridoio in direzione opposta”. Talora è necessario e doveroso cambiare treno, sia personalmente sia come Chiesa sia come umanità. Questo potrebbe essere un modo per vivere la Pasqua oggi.
E, se ci pensiamo bene, non abbiamo bisogno che alcuno ce lo dica. Basta che ci ascoltiamo dentro e capiremo che i treni su cui siamo saliti ci portano all'autodistruzione. Un autore amato, Jack London, scriveva: “Io questo so: più invecchio e meno cerco la verità fuori da me, trovando dentro di me sempre più verità. (…) L'uomo non crea la verità. L'uomo, se non è cieco, quando la vede, semplicemente sa riconoscere la verità” (Il figlio del Mare, in Cacciatore di anime, a cura di D. Sapienza, Mattioli 1885, 2009, p. 67).
Coraggio, dunque: riconosciamo e facciamo la verità, in questa nostra società malata di ipocrisie, di falsità, di menzogne, di cecità, di populismi. Spesso ne siamo nauseati.
È giunta l'ora di reagire a questo degrado che ci sta portando in un gorgo mortale, di metterci in gioco fino in fondo, di non tacere più, di aiutare i fratelli a uscire dall'ignoranza e dalla manipolazione dei fatti.
È giunto il tempo di far risplendere la Luce.
E sarà, anche ancora, ogni giorno, Pasqua.
Maurizio
Chi ama è stato pronto per una volta almeno
a smettere di vivere per stare con quel verbo,
altrimenti non lo conosce né lo sa annunciare.
Erri De Luca, Bizzarrie della provvidenza, Einaudi, 2014, p. 17
Aggiunge Maurizio:
Per avere uno squarcio sulla pericolosa situazione (europea) in cui siamo precipitati, consiglio di leggere questi brani tolti dall'ultimo libro di Paolo Rumiz e che ho trascritto per il sito sulla Grande Guerra che sto curando a nome di Pax Christi Italia:
http://www.inutilestrage.it/dalla-prima-guerra-mondiale-ad-oggi-lo-sfacelo-delleuropa-p-rumiz/
http://www.inutilestrage.it/non-abbiamo-imparano-niente-p-rumiz/