Ma che fare? Non aveva null’altro che la clamide, di cui era vestito; infatti aveva già sacrificato tutto il resto in una uguale opera buona. E così, brandita la spada che aveva alla cintura, divise la clamide a metà, e ne donò al suo povero una parte, dell’altra si rivestì. Frattanto alcuni astanti si misero a ridere, poiché lo trovarono indecoroso in quella veste mutilata; molti tuttavia, di animo più saggio, si diedero a gemere profondamente per non aver fatto nulla di simile, poiché possedendo senz’altro più di lui, avrebbero potuto vestire quel povero senza ridursi alla nudità.
Dunque, la notte seguente, essendosi abbandonato al sonno, vide Cristo vestito della parte della sua clamide, con la quale aveva coperto il povero. Gli fu ordinato di considerare attentamente il Signore, e di riconoscere la veste che aveva donato.
Subito dopo, udì Gesù dire con chiara voce alla moltitudine di angeli che stavano intorno a lui: «Martino, che ancora non è che un catecumeno, mi ha coperto con questa veste».
Sulpicio Severo: “Vita di S. Martino”.