Giovane studentessa a Bassano del Grappa, il 26 settembre del 1944, costretta dai nazifascisti ad assistere con altri studenti all’impiccagione per rappresaglia di 31 prigionieri, decide di prender parte attivamente alla Resistenza. Con il nome di battaglia di “Gabriella” diventa staffetta della brigata Cesare quindi passa al Comando regionale veneto del Corpo volontari della libertà.
Impegnata nell’attività sociale ha diretto dal 1945 al 1955 il sindacato dei tessili e degli insegnanti elementari.
E’ stata la prima donna ad aver ricoperto la carica di Ministro del Lavoro e della previdenza sociale poi Ministro della Sanità diventando tra i principali autori della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale.
Dal 1981 al 1985 presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2 fu inflessibile avversaria di ogni potere occulto.
L’ ho sempre stimata ed ammirata come donna eccezionale, tra le più grandi personalità della nostra nazione.
Ho avuto la fortuna di incontrarla nei periodi estivi a Selva di Cadore ospitato degli amici Nerina e Bepi Mazzotti. Avevano la casa vicino.
Donna dolcissima , semplice ed ironica era nel contempo fermissima, tutta di un pezzo come il Monte Pelmo che si staglia oltre Colle Santa Lucia, baluardo e custode sicuro di quella stupenda valle.
Pochi giorni fa, incontrata a Parma una sua ex collega al Senato ed amica, parlando di lei espressi il desiderio di andare a trovarla. Mi consigliò: “ Senti i famigliari perché non sta per niente bene ”. Non ho fatto in tempo a farle visita : volevo dirle grazie per tutta la sua vita e per chiederle una parola di “ speranza ” per questi nostri tempi.
Ora il mondo politico attuale si spertica in elogi.
Ma si sa quanto fosse stata avversata, osteggiata, emarginata.
A proposito di donne della Repubblica Italiana da Nilde Iotti e Tina Anselmi siamo passati via Pivetti e Prestigiacomo alla Maria Elena Boschi.
Mi pare tutto chiaro.